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REGALZI 1860

LA NOSTRA STORIA

Con l'Unità d'Italia, abbiamo festeggiato i nostri 150 anni

Angelo Regalzi, garzone “oriolajo” presso Astuti, conservatore del mùstri sul Palazzo Rosso an piàsa ‘d la lën.na, nel 1860 decide una sua personale e incruenta battaglia di autonomia. Lui, che era stato una delle camicie rosse, sergente nella Legione Garibaldi, e poi caporale dell’esercito sardo-piemontese nella prima guerra d’Indipendenza del 1848-49, e quindi avvezzo ai rischi, decide di mettere su un’impresa propria.

È così che nasce il primo laboratorio di Regalzi, per riparazioni di orologi. Non si hanno notizie sull’ubicazione di questa attività, cioè se fosse esercitata a casa propria (casa Zoppi, in corso Roma 8/10) oppure altrove. Non sappiamo neppure quando, da semplice riparatore “del tempo”, sia passato alla vendita di cipolle, sveglie, pendole e cucù, perché la prima vetrina di cui si ha traccia fotografica risale al 1890, quando il negozio era già passato in gestione al figlio Luigi e si trovava in via Felice Cavallotti, ovvero l’odierna via San Lorenzo.

Per ritornare ad Angelo, una memoria-leggenda familiare lo vuole, da buon garibaldino, presente al discorso che l’eroe dei due mondi tenne, dal balcone dell’albergo Universo, in strada di Marengo (oggi via Dante), il 13 marzo 1867. Ci piace immaginare che, chiuso il laboratorio, il vecchio sergente, rispolverata la camicia rossa, sotto quel balcone, abbia ricordato a Garibaldi, con l’orologio in bella mostra – forse lo stesso tante volte consultato nel corso delle battaglie –, che si avvicinava il tempo di unire definitivamente l’Italia con Roma capitale.

Concedeteci questa piccola operazione di fantasia, ma ci sono tutti gli elementi per costruire quelle piccole storie che riscaldavano i cuori mentre il caminetto riscaldava le membra. Un’altra interpretazione, che avvalora comunque una possibile presenza di Angelo innanzi al suo generale, è che l’invito ad essere presente in Alessandria era stato formulato a Garibaldi da Antonio Oviglio, farmacista ma anche tipografo-editore, presidente della Società degli Operai Uniti (congregazione che comprendeva lavoratori dipendenti e artigiani, della quale Angelo poteva verosimilmente far parte).

Un’altra deduzione è che la sua capacità professionale e forse anche la sua intraprendenza commerciale dovevano aver fruttato bene poiché, da semplice laboratorio, il figlio Luigi si trovò un bel negozio.

Il contesto in cui questo esercizio veniva ad immettersi aveva già la sua bella concorrenza, con molti orologiai e orefici sulla piazza, ma anche Luigi dovette dimostrare una sua specifica abilità commerciale e artigianale se, dal negozio di via San Lorenzo, l’8 novembre 1927 si trasferì in una via più dedicata al passeggio e quindi con vetrina più ammiccante ad un occhio meno distratto, rispetto a quello, invece, di chi era nella “via del mercato” per acquisti più frettolosi e quotidiani. Si trattava di via Umberto I, oggi via dei Martiri: in questa nuova ubicazione, forse, si abbandonò l’attività originalissima di “manutenzione per impianti di campanelli elettrici” per dedicarsi più specificatamente alle lancette segnatempo, con l’acquisizione di rappresentanza di un grande marchio, la cronometria Eberhard.

Probabilmente, verso gli anni ‘30 la tabella merceologica del negozio si ampliò di articoli di argenteria, oreficeria e gioielleria e, pur mantenendo nell’orologio un costante riferimento, la professionalità in quel settore andò via via sempre più affinandosi, come attestano le pubblicità sui media del periodo.

La gestione, da Luigi, validamente coadiuvato dalla moglie Adele, passò ai figli Ubaldo e Renato, che consolidarono la fama già acquisita. Un ulteriore ampliamento e miglioramento si ebbe negli anni ‘50, con il trasferimento, nella stessa via dei Martiri, più verso piazza della Libertà. Le vetrine e gli arredi, all’avanguardia per allora (opera del geom. Edgardo Ivaldi) sono quelli che ancora oggi contraddistinguono la griffe commerciale Regalzi, con un’eleganza classica e una raffinatezza che non passa mai di moda.

Questo imprinting genetico, fatto di competenza e cortesia, è oggi rappresentato dal pronipote di Angelo, Roberto Regalzi, figlio di Ubaldo, che insieme alla gentilissima consorte Rosanna, ogni giorno, dimostrano di sentire i centocinquant’anni di attività come un valore più raro delle gioie che espongono. Mentre attendono le celebrazioni per il secondo secolo di vita, nel segno della continuità, si sta preparando a quest’arte preziosa la figlia Lorenza.

Il negozio di via Felice Cavallotti (via San Lorenzo), con Luigi in bella "mostra" e con tanto di "cipolla" nel taschino, mostra una prevalenza dell'attività di orologeria, come conferma anche l'intestazione della carta da lettere qui sopra.

 

 

 

 

 

La vetrina di via Umberto I (via dei Martiri), pur avendo accanto l'insegna del cronometro Eberhard, si presenta già con i connotati di una vera gioielleria.

 

 

 

 

 

In basso, a destra e a sinistra, due pubblicità apparse su periodici dell'epoca.

In alto:

Angelo Regalzi;

il negozio di via San Lorenzo;

Luigi Regalzi.

 

Sotto:

la vetrina del primo negozio di via dei Martiri.

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